CERQUETO
ARTE PASSIONE E PARTECIPAZIONE NEL CUORE VERDE DELL'UMBRIA
ARTE PASSIONE E PARTECIPAZIONE NEL CUORE VERDE DELL'UMBRIA
... il vecchio castello, sorto forse fra boschi di querce (in vernacolo umbro cerque) nel primo Medioevo, deve aver avuto una storia. Il nome Cerqueto, secondo un'opinione registrata dallo storico perugino Annibale Mariotti, poteva aver avuto origine da Circus poi trasformato in Cercus, per la forma circolare del maestoso castello.
La vecchia torre, corrosa dal tempo, doveva costituire la vedetta per le sentinelle notturne o per i messaggi da annunciare con la tromba ai Castellani, quando ancora non era sorto il campanile, che poi la sovrastò
Lo storico Belforti riteneva che Cerquetum e Fractae filiorum Azzonis fossero due nomi della stessa localita poichè scriveva: "ne tempi posteriori e segnatamente nel secolo XIII (Cerqueto) fu chiamato Fractae filiorum Azzonis Perus". E' benvero pero' che da un Privilegio dell'imperatore Ludovico a favore dei conti di Marsciano datato Roma 1328 sono separatamente nominati castrum Cerqueti e Villa Fractae filiorum Azzonis Perus. I primi documenti d'archivio del 1377, rilevati da Mons. Gino Francisci, parlano di un pulchrum castrum Cerqueti e della Villa Fratta (piccola frazione prossima Cerqueto) i cui abitanti fecero una supplica ai Priori di Perugia onde formare una sola comunita'; supplica che fu accolta e che, il 16 maggio di quell'anno, uni' le due comunita'.
E' pure storica la distruzione del castello di Cerqueto da parte delle soldatesche mercenarie di Enrico VIII di Lussemburgo (1270-1313). Scesi in Italia per desiderio del pontefice prigioniero ad Avignone, che desiderava far cessare la guerra tra guelfi e ghibellini, ma la sua missione falli'.
Nell'estate delle 1313 l'imperatore si diresse verso i confini del Regno di Napoli ma la sua spedizione devasto' fortezze e castelli.
Nel 1411 Cerqueto fu teatro dello scontro fra le truppe del Conte di Carrara e di Braccio; nel 1412 Cerqueto viene esonerato dal pagamento delle gabelle per la grave situazione, sia economica che strutturale, in cui viene trovarsi a seguito di passaggi degli eserciti del Re di Napoli Ladislao e di quelle del comune di Perugia. Nel 1413 i perugini riconquistarono il castello di Cerqueto sottraendolo a Braccio il quale pero' lo riconquistera' nel 1416.
Nelle 1428, con l'istituzione dei Capitani del Contado, Cerqueto fu assegnato al rione di Porta San Pietro. Nel 1503 presero alloggio a Cerqueto le truppe dei congiurati Baglioni per impedire il ritorno a Perugia di Giovan Paolo.
Nelle 1527 l'esercito della Lega, che per ben quattro mesi soggiornò nel contado di Perugia, saccheggiò il castello di Cerqueto che nel 1534 subì la stessa sorte ad opera delle truppe pontificie comandate da Bosio Sforza per contrastare l'avanzata di Ridolfo Baglioni che nonostante tutto riuscirà a conquistare la signoria di Perugia. Infine nel 1540 nonostante i cerquetani avessero offerto le chiavi del castello alle avanzati truppe del pontefice il castello fu di nuovo attaccato e depredato. Il paese per le distruzioni subite attraversò un periodo di povertà e abbandono, finché Paolo III per ripristinare l'antica fortificazione non lo esentò nel 1546 da pagare le gabelle ed i magistrati di Perugia consentirono nel 1546 di impiegare detta somma per la ricostruzione delle sue mura.
Da quei tempi lontani fino a 60 anni fa, nei fondi delle case, tra i vicoli del paese, fioriva l'artigianato: fabbri, meccanici, falegnami, sarti, calzolai, cordari, tessitori, e "giugliagliari".
Emergevano i maestri dei vari mestieri, chiamati anche fuori e richiamanti apprendisti da paesi vicini e lontani.
Si pensa che nel 1600 a Cerqueto si tenesse la predicazione quaresimale quotidiana, si capisce quale importanza avesse la comunita' cristiana di questo castello. Infatti in una nota storica dell'archivista provinciale dei cappuccini umbri in Assisi, Padre Francesco da Vicenza rileva che il cappuccino umbro, San Giuseppe da Leonessa (1556-1612) detto anche il "Santo guastaballi", predicando in quaresima nel castello di Cerqueto, dette origine ad una iniziale forma di "hospitale" in cui si raccoglievano e si curavano "li pellegrini itineranti verso Roma per il giubile" (forse delle 1600) e venivano curati "li stessi Castellani poveri et infirmi".
Le guerre e il tempo potevano distruggere l'opera dell'uomo, ma non certo la bellezza di cui la natura aveva arricchito Cerqueto. Quel colle da declivi ammantati di verde argenteo degli olivi secolari, di verde cupo degli olmi, delle querce e di quello più chiaro dei vigneti e di gli orti, appariva ai perugini come uno splendido richiamo, ultimo e forse più bello di quella catena collinare degradante fino Marsciano, costellata di villaggi. Oggi anche Cerqueto, come tutti paesi della collina si è arricchita di giardini e ville che godono l'incanto delle campagne sottostanti, percorse dal Nestore a ovest e dal Tevere a nord-est, con l'ampia vallata che si stende fino a Todi.
Chi si addentra oggi nel paese non vedrà antiche torri ma potrà scoprire l'andamento circolare dell'antico borgo che contava tre cinta di mura difensive, notare abitazioni in laterizio con antichi archi, specie nella parte opposta a levante dove un tempo stava l'antica chiesa del crocifisso, ed ammirare i resti dell'antico ospedale e della cisterna medievale.
L'arte, sempre socia della natura, ha lasciato pure a Cerqueto i suoi gioielli.
La chiesa parrocchiale di Cerqueto, dedicata a Santa Maria Assunta, esistente gia' nel 1163, come si rileva dal diplomi imperiale di Federico Barbarossa, in cui si dice che questi assunse sotto la sua protezione il vescovo di Perugia e la cattedrale con le rispettive chiese e tra queste cita espressamente castrum Cerqueti. Una delle campane di questa Chiesa fu fatta nel 1394 come rivela l'iscrizione opposta. Al suo interno è possibile ammirare degli affreschi che costituiscono motivo di orgoglio, per la loro bellezza, per i Cerquetani: Il "San Sebastiano" del 1478 di Pietro Vannucci (1446-1542) detto Il Perugino e altri affreschi di Tiberio di Diotallevi (1470-1524) di Assisi, come la "Crocifissione"; forse un voto delle genti di Cerqueto per il pericolo della peste del 1478, incubo sempre aleggiante che mieteva vittime a centinaia.
Quella del 1478 imperversa già da cinque anni e in città sparì solo nell'anno seguente. Era la settima del secolo e neppure l'ultima: seguirono infatti quella del 1486 e quella del 1494. Il dipinto, posto nel secondo altare, sulla destra della Chiesa, viene considerato la prima opera firmata e datata a Pietro di Cristoforo Vannucci, detto. Il Perugino. La composizione del San Sebastiano, dipinto a fresco assieme a una San Rocco e un San Pietro (?), dei quali rimane solo parte delle figure, comprendeva probabilmente anche a parte "una processione o gruppi di devoti", come afferma lo Gnoli (1923).
Gran parte delle opere di Tiberio di Assisi decoravano la chiesetta del Crocifisso, in fondo al paese. Questa era già pericolante negli anni 20 e perci? sempre chiusa. Alla caduta del tetto e di gran parte delle sue pareti, quasi tutto è stato distrutto ad eccezione di qualche pezzo, recuperato molto più tardi, e poi collocato nella chiesa parrocchiale. Oggi, sul terreno dove si ergeva la vecchia chiesa, è stata costruita una piccola Cappellina dedicata al SS Crocifisso, poi magistralmente decorata al suo interno dal Cappucino Padre Ugolino da Belluno nel 1994.
In paese restano anche alcune edicole, di cui la principale, quella di Santa Lucia.
Altri due luoghi di culto erano le due altre cappelle: quella di Santa Caterina e quelle di Sant'Agostino (queste di proprietà della famiglia Saracca). Nella fantasia di tutti passa l'immagine del convento agostiniano situato certamente nella località dove attualmente è la villa Saracca; è appunto qui che Il Beato Giacomo (1284-1367) vestì l'abito monacale e passò gli ultimi anni della sua vita, compiendovi anche prodigi tuttora ricordati dalla tradizione, nonostante le avare notizie storiche: il Beato Giacomo da Cerqueto, agostiniano, dopo la morte, riscosse il culto pubblico, confermato da Leone XIII nelle 1895 e il 21 aprile del 1956 il corpo del beato, che da secoli giaceva nella Chiesa di Sant'Agostino in Perugia, fu riportato al paese natio.
Tra le sue figure storiche, Cerqueto, ricorda anche Marcantonio di Francesco da Cerqueto, maestro di legname, che nel 1508-1509 lavorò le panche e le spalliere della sala capitolare del monastero di San Pietro in Perugia.
Giovan Tommaso Giglioli (1567-1923) amico di Papa Paolo V, dottore in teologia, Filosofia, Giurisprudenza.
Giovanni Cerbioni, nato nel 1723, fu nominato nel 1764 direttore della biblioteca Augusta. Durante la sua direzione avvenne l'incameramento della cospicua libreria del collegio perugino della soppressa Compagnia di Gesù (1744). Morì a Perugia il 6 giugno 1786.
Monsignore Giulio Cicioni (1844-1923), fu fondatore del museo di storia naturale arcivescovile, appassionato raccoglitore e catalogatore di piante, insetti, collezionista di minerali e fossili. Benché autodidatta ebbe la comprensione e l'incoraggiamento a proseguire nella sua opera al cardinale Pecci, poi da papa Leone XIII, il quale, proprio dietro richiesta del Mons. Cicioni, istituì presso il seminario di Perugia una scuola di scienze naturali.
Cerqueto ha dato i natali anche al padre francescano Mariangelo Budelli, conosciuto in tutta Italia e nel mondo come "Frate Indovino". Cerqueto fino a pochi decenni or sono era anche conosciuto per la fabbricazione delle giugliaglie vendute nei mercati delle maggiori fiere regionali; non erano altro che dei grandi cesti ottenuti dall'intreccio di giunchi ai quali s'univa il rovo per l'orlatura, impiegati per setacciare i semi ed il grano.
Oggi Cerqueto è centro di una vivace attività culturale che va dalla Parrocchia, alla Pro-Loco, alla Banda Musicale fondata nel 1887, alla Corale, ed i vari Gruppi Sportivi.
Bibliografia : "Marsciano, le sue frazioni, la sua gente ieri, oggi e domani" di Pietro Caruso - Ed. Grilligraf: "Marsciano, Territorio e nuclei urbani: un'indagine" di Francesco Cavallucci - Ed. Electa; "Padre Mariangelo da Cerqueto" edito in occasione del suo 50° di sacerdozio; l'instancabile e puntuale lavoro di ricerca e studio di Mons.Gino Francisci ed il prezioso aiuto del Maestro Argeo Cipolletti.